Volano ad alta quota quasi tutti i bilanci delle compagnie aeree nel mondo con performance che ormai hanno raggiunto il 96% del movimento di aerei e passeggeri del 2019: numeri alla mano il traffico domestico è aumentato del +6,7% rispetto al periodo pre pandemia, mentre quello internazionale è ancora di un -4,3% inferiore al 2019.
Decisamente confortanti anche i risultati nella macro-regione Europa che da sempre è punto di riferimento dell’aviazione commerciale: all’Aviation Summit di A4E, a Bruxelles, è stato confermato che entro questa estate il livello di traffico aereo nel vecchio continente si attesterà su un buon 96% dei livelli pre Covid e già nel mese di gennaio il traffico aereo europeo ha fatto segnare un incremento del 10% che rappresenta un buon inizio.
Anche se – come gli stessi vertici di Iata – fanno notare che in Europa si viaggia ancora con il “freno a mano” in quanto tasse e regolamentazione frammentarie nei cieli di molti Paesi, rendono difficile raggiungere anche buone performance economiche. Ma nonostante questo la recente analisi de Il Sole 24 Ore sui risultati annuali delle tre maggiori aggregazioni, ovvero Gruppo Lufthansa, Air France-Klm e Iag, hanno mostrato un aumento di quasi 17 miliardi di euro in ricavi aggregati, arrivando a toccare i 106 miliardi di euro, pari a un +18% sul 2022.
Basti pensare che il Gruppo Lufthansa – come già scritto nelle settimane scorse – ha fatto registrare ricavi per 1,6 miliardi di euro; mentre l’International Airlines Group (Iag), sempre lo scorso anno, ha incrementato i suoi ricavi del 27,6% toccando i 29 miliardi di euro, con un utile operativo a 3,5 miliardi di euro.
Mentre per i cosiddetti “single player” come Ryanair, la chiusura dell’anno finanziario al prossimo fine marzo già prospetta un utile di almeno 1,8 miliardi di euro e prosegue il suo pressing sulla soppressione di sovratasse come l’addizionale comunale in Italia, per implementare ulteriormente il suo traffico.