Le compagnie low cost vanno all’arrembaggio di una nuova fetta di mercato: i collegamenti a basso costo tra Europa e America del Nord. Wow Air e Norwegian Air, come nuovi pioneri a caccia dell’oro, muovono le loro pedine sulla rotta atlantica – a colpi di posti a sedere tra i 69 e i 99 dollari – per scardinare il dominio dei vettori tradizionali e proporre su scala intercontinentale un modello di business già di successo nei rispettivi continenti. E altre linee aeree sono pronte per cogliere al balzo le opportunità di un mercato che, di fronte a una crescita al ritmo del 3% annuo, per troppi anni è rimasto ancorato a tariffe e servizi standard.
Secondo i dati Eurostat, infatti, nel 2014 la cosiddetta North Atlantic Track ha visto viaggiare oltre 62 milioni e 489mila passeggeri, il 18,7% del traffico aereo europeo complessivo. Il Current Market Outlook 2015-2034 di Boeing segnala che nei prossimi 20 anni il traffico aereo di passeggeri Europa–Nord America raddoppierà, passando dai 462,7 miliardi di RKP ( numero di passeggeri moltiplicato per il numero di chilometri in volo) nel 2014 ai circa 840,2 miliardi nel 2034. Sempre secondo il report di Boeing, i collegamenti Europa-Usa costituiscono la seconda rotta intercontinentale al mondo per traffico e numero di passeggeri dopo quella Europa-Asia.
Più che una rotta in espansione, quindi, i collegamenti oltreoceano assumono la forma di una nuova fetta di mercato da accaparrarsi. E i vettori low cost sono i candidati numero uno.
Norwegian Air è già da tre anni che vola a basso costo dalla Norvegia agli Stati Uniti. Ma i piani del vettore scandinavo sono sempre più ambiziosi: dallo scorso 29 luglio, infatti, sono operativi i collegamenti diretti Parigi-New York e Los Angeles-Fort Lauderdale a 175 dollari a tratta nei periodi di bassa domanda. Le altre due scommesse di Norwegian sono la rotta tra Irlanda e States, dal 2017, e l’annunciato volo low cost che collegherà l’aeroporto di Roma Fiumicino agli Stati Uniti.
«Il nostro obiettivo è di creare un nuovo mercato che favorisca l’incremento del traffico passeggeri sulle rotte transatlantiche senza sottrarre quote ai vettori tradizionali», ha dichiarato Thomas Ramdahl, chief commercial officer del vettore norvegese.
Alle dichiarazioni del manager si aggiunge l’intenzione per Norwegian di avviare trattative con altri vettori low cost, Ryanair in primis, per costruire partnership e alleanze in gradi di “abbattere i costi operativi e allargare le opportunità di voli, prevalentemente verso gli States e l’Oriente”.
Wow Air, invece, è la ultra low cost islandese che ha promosso l’offerta shock di 99 dollari per viaggiare tra la West Coast (San Francisco e Los Angeles) e Reykjavik. La promozione ha registrato il sold out nel giro di 24 ore. La compagnia punta sul suo hub della capitale islandese con connessioni europee che comprendono Berlino, Londra e Parigi. Dal 25 novembre, infatti, il vettore proporrà il collegamento Parigi CDG-New York Newark via Reykjavik con tariffe a partire da 129 dollari a tratta, dopo aver già promosso voli a 180 euro sulla tratta Berlino-San Francisco e voli a 160 euro da Edimburgo a Montréal.
«Se guardiamo all’Europa, le compagnie low cost contano tra il 30 e il 40% delle quote di mercato – commenta Skúli Mogensen, ceo di Wow Air – Attualmente il modello low cost sulla tratta transatlantica conta invece solo il 2% delle quote. Potrebbe essere il 30 o il 40%? Non lo so, ma può arrivare fino al 20%. Sono convinto che i vettori low cost cresceranno molto su queste rotte da qui ai prossimi 10 anni».
I vettori classici europei e americani – da American Airlines a Lufthansa, da Delta ad Air France – non sembrano preoccuparsi più di tanto dell’avanzata delle nuove compagnie aeree e puntano su maggiori servizi a bordo e a terra e sugli accordi di feederaggio dentro le rispettive alleanze globali (oneword, Star Alliance e Sky Team). Anche in questo caso, però, i risultati si vedranno sul lungo termine e il long haul è il nuovo mercato da esplorare e scandagliare.
Tanto che anche oltreoceano, la compagnia low cost Jet Blue – battente bandiera a stelle e strisce – sta pensando di sbarcare in Europa. Il vettore con base a New York, che ha lanciato per prima i voli a basso costo tra Usa e Cuba, starebbe considerando l’idea di aggiungere voli transatlantici ai suoi schedule. L’indizio, secondo i media statunitensi, viene dalla conferma dell’accordo con Airbus dell’acquisto di 30 nuovi A321, la prima metà da consegnarsi nel 2017 e la seconda pronta per il 2020.
«I voli tra Usa e Europa, così come quelli transcontinentali, soffrono al momento di mancanza di concorrenza e tariffe alte – ha sottolineato il ceo della compagnia, Robin Hayes, in un’intervista al Wall Street Journal – dotarsi degli A321 offre il potenziale al vettore per considerare anche mercati europei».
Il futuro successo del modello low cost sulle nuove rotte transatlantiche sarà dettato, quindi, anche dai numeri di un turismo che non conosce crisi, né allarmi terroristici. Nonostante le turbolenze economiche e politiche degli ultimi anni, infatti, il flusso di turisti tra Usa e Europa continua a crescere. Secondo la ricerca condotta dal Monitor Allianz Global Assistance, le presenze degli statunitensi in Europa nel 2016 saranno superiori all’anno precedente. A testimoniarlo è l’aumento delle prenotazioni effettuate dagli Usa, tra gennaio e aprile, pari al +9,3%, con un numero di pernottamenti passati da 471.823 nel 2015 a 515.676 nel 2016.
Sul versante opposto, gli Stati Uniti hanno fatto registrare un’ulterorie annata record: i dati del National Travel and Tourism Office parlano di circa 77,5 milioni di visitatori, con un incremento del 3% rispetto al 2014, con l’Italia che ha sfondato il tetto del milione di visitatori in un anno diretti negli States.
La benedizione finale di quanto sia strategica la prossima battaglia sui cieli atlantici è conferita direttamente da Brendan Sobie, specialista di Capa, tra i player globali nell’analisi dell’aviazione commerciale: «A leggere i volumi di traffico attesi il mercato Europa-Nord America è quello più interessante per le low cost, che avranno l’obiettivo di stimolare la domanda, spingendo le persone a volare di più sul lungo raggio anche solo per un city break».