Voli, luglio da incubo
tra cancellazioni e scioperi

by Gabriele Simmini | 4 Luglio 2022 11:53

Francia, Inghilterra, Spagna. E poi Portogallo, Germania e anche Italia. Il caos aeroporti e i disagi per i passeggeri è ormai un fenomeno europeo con cancellazioni, scioperi, lunghe code e voli soppressi che stanno interessando via via tutti i principali Paesi europei regalando ai passeggeri del vecchio continente un’estate “calda” per chi sceglierà di muoversi per via aerea.

Il risultato è impietoso: negli ultimi 15 giorni – secondo TgCom24 – le compagnie aeree europee hanno cancellato 41mila voli previsti per il periodo 1 luglio-30 settembre (di questi, almeno 7 mila interesserebbero l’Italia). E dopo gli scioperi di giugno – che hanno interessato buona parte dell’Europa – il mese di luglio non sembra segnare un cambio di passo: le sigle dei lavoratori in Italia, infatti, hanno indetto un’ulteriore giornata di mobilitazione per  il prossimo 17 luglio che dovrebbe interessare le stesse compagnie aeree: Ryanair, easyJet e Volotea. I sindacati sottolineano infatti “il perdurare delle inaccettabili condizioni in cui piloti e assistenti di volo sono costretti a lavorare”.

LE CAUSE DEL KO
A questo, come già ampiamente riportato nei giorni scorsi, si aggiunge un mix di cause che stanno scatenando la tempesta perfetta: il prezzo del carburante alle stelle, la carenza di personale negli aeroporti e nelle file dei vettori (dopo i licenziamenti di massa del periodo 2020-21), le retribuzioni di assistenti di volo, di terra e piloti troppo basse, il repentino aumento della domanda (e dell’offerta) di voli che hanno ingolfato un sistema che, nel pre Covid, era tutto sommato rodato.

La tempesta non ha più un epicentro specifico come nelle prime settimane (gli scali di Amsterdam Schiphol e Londra Gatwick) ma è ormai diffusa su tutti principali gate europei: Francoforte e Monaco in Germania, Madrid in Spagna, Parigi Charles de Gaulle in Francia, Lisbona in Portogallo e perfino Bruxelles.

LA SITUAZIONE IN ITALIA
E anche l’Italia, che fino a pochi giorni fa sembrava esente da grosse problematiche, inizia a subire le forti ripercussioni di un sistema interconnesso che crea disagi a cascata (da Parigi su Milano precipitando su Catania, etc) nonostante le reiterate rassicurazioni dei gestori aeroportuali, di Enac e del ministero dei Trasporti. Ancora oggi, sul Corriere della Sera, il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, tende a circoscrivere il problema.

«In Italia ci troviamo in una situazione migliore rispetto ad altri Paesi europei perché nei due anni di Covid abbiamo gestito l’emergenza prevedendo ristori per gli aeroporti e ammortizzatori sociali per chi è stato costretto a restare a casa. Lo stesso purtroppo non è avvenuto in altri Paesi, che quindi, a fonte della forte ripresa del settore, si trovano a gestire una crisi di personale – ha ricordato il ministro – Il trasporto aereo ha una dimensione europea e internazionale, dunque serve un’azione congiunta dei vari governi e della autorità di settore. Siamo in costante contatto con l’ente per l’aviazione civile, per garantire il rispetto delle regole: dal rimborso ai viaggiatori per i voli cancellati alla riprogrammazione dei voli su altri vettori.

Nonostante ciò, in Europa come in Italia le lunghe code ai terminal sono ormai una prassi, le cancellazioni avvengono non solo nei giorni precedenti il volo, ma troppo spesso anche il giorno stesso con i clienti pronti a imbarcarsi; i bagagli smarriti, disguidati o in ritardo sono nell’ordine delle decine di migliaia, le società di handling e di catering sono sottodimensionate e non riescono a stare al passo con i rifornimenti, i centri customer care sono in tilt e le agenzie di viaggi purtroppo fanno fatica a dare assistenza ai loro clienti.

UN MESE DI SCIOPERI E DISAGI
Solo nel mese di giugno in tutto il vecchio continente, infatti, sono stati cancellati circa 11mila voli, il triplo di tre anni fa con le compagnie aeree che, secondo Il Corriere, rischiano di sborsare 453 milioni di euro di risarcimenti, soltanto per i problemi di giugno, a 1,5 milioni di passeggeri.

La prima domenica di luglio, infine, è già stato teatro di un disagio diffuso: a Parigi CdG è stato cancellato quasi un volo su 5 (il 17%) e venerdì 1° luglio un guasto al sistema di smistamento ha bloccato 1.500 bagagli in aeroporto con ripercussioni sui voli dell’intera alleanza SkyTeam (di cui fa parte Air France-Klm che si è scusata con i propri partner e i loro clienti, ndr); ad Amsterdam Schipol dopo aver imposto un tetto ai voli quotidiani, i gestori chiedono ai passeggeri di presentarsi almeno 4 ore prima della partenza; in Germania sono partiti i primi tagli delle otlre 3000 cancellazioni annunciate da Lufthansa; in Spagna, infine, è inziato un mese che vede ben nove giorni di scioperi nel mese di luglio (dopo le giornate dal primo al 3, toccherà ai periodi 15-17 e 29-31 del mese) per i dipendenti di Ryanair e easyJet.

Nelle prossime settimane la lista dei vettori che hanno annunciato tagli ai voli si fa sempre più lunga:  al Gruppo Lufthansa (incluse Swiss, Austrian, Eurowings e Brussels Airlines) si aggiugono Air France-Klm, British Airways, easyJet, Wizz Air e Sas.

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