by Giorgio Maggi | 16 Marzo 2018 11:59
«Chi arriva in aeroporto vuole solo salire a bordo di una aereo moderno. Punto e basta». Parola di Willie Walsh, ceo di Iag -International Airlines Group, che a margine dell’assemblea di Airlines for Europe[1] tenutasi la settimana scorsa a Bruxelles, ha messo un pietra sopra al progetto di costruzione della terza pista (e del relativo Terminal) dello scalo londinese di Heathrow.
Un progetto, la cui approvazione definitiva dovrebbe avvenire quest’estate, da circa 14 miliardi di sterline che diventerebbe operativo nel 2025 (i costi sono stati ridotti dagli oltre 20 miliardi iniziali con l’ipotesi di costruire una pista più corta), ma contro il quale si sono già schierate le principali compagnie d’oltremanica, Ryanair compresa («Bisogna avere molta fantasia e talento per spendere tutti quei soldi», ha detto nella capitale belga Michael O’Leary).
«Il punto è che è finita l’epoca degli aeroporti con grandiose architetture – ha detto Walsh a L’Agenzia di Viaggi Magazine –tanto più che la regolamentazione in vigore sulle tasse aeroportuali non più sostenibile per le compagnie aeree».
Perché non funzionano più le regole attuali?
«Gli studi più recenti mettono in luce come, grazie alle fee, i principali scali europei abbiamo aumentato i loro profitti dell’8% all’anno. Il sistema è ridicolo, gli incentivi dati agli aeroporti della Unione europea sono uno spreco di denaro incredibile».
Cosa cercano i vettori oggi?
«Il modello di business è cambiato, sempre più persone viaggiano solo con bagagli a mano. Insomma, oggi i passeggeri vogliono soltanto volare in modo confortevole e non pagare di più il biglietto per avere un aeroporto con marmi e fontane. Sarà uno dei temi su cui mi impegnerò durante la mia presidenza di Airlines for Europe».
Tornando a Heathrow, come pensa andrà a finire la questione?
«Non credo ci siano più del 50% delle possibilità che il progetto vada in porto, almeno come è stato prospettato inizialmente. Da parte nostra, rimaniamo comunque disponibili a partecipare alla costruzione di un nuovo Terminal, ma a costi diversi. Come ad esempio ha fatto Lufthansa con il Terminal 2 dell’aeroporto di Monaco».
Recentemente il Financial Times ha scritto che a causa della Brexit verranno rivisti gli accordi per i voli tra Stati Uniti e Regno Unito…
«È un completo nonsense, tutto continuerà come prima. Anzi, come Iag, stiamo pensando di acquistare anche per queste tratte un numero maggiore di A380».
Quando?
«Attualmente stiamo operando con 12 di questi aeromobili, ma se il prezzo che ci ha fatto Airbus migliora…»
In questo discorso rientra anche il rafforzamento della flotta di Level?
«Sì, abbiamo bisogno di nuovi aeromobili per arrivare ad averne un trentina entro il 2022. Ma guardiamo a differenti tipologie di velivoli, oltre agli A330 che operano attualmente. Ad esempio, gli A330-neo o gli A350 e i Boeing 787. Ma tutte le decisioni sono subordinate alla nomina di un ceo della compagnia. Ormai manca poco, siamo alle battute finali».
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