Operatori del wedding e degli eventi privati sono scesi questa mattina in piazza, contemporaneamente, in tredici città italiane per una sorta di flash mob organizzato da Unanime, confederazione che raccoglie 15 associazioni del comparto, in collaborazione con Federmep, Assolventi e Feu – Filiera Eventi Unita. La richiesta comune: l’approvazione del protocollo per le riaperture, già consegnato alla Conferenza delle Regioni, la ripartenza immediata e in sicurezza di cerimonie e feste, l’ampliamento del fondo a sostegno delle imprese del settore istituito dal decreto Sostegni e un’accelerazione nella liquidazione dei ristori.
A Roma, in particolare, operatori e maestranze coordinati da Insieme per il Wedding si sono riuniti davanti a Montecitorio. Qui la messa in scena ha visto in piazza finti preti e invitati vestiti di nero. A Torino la protagonista è stata, invece, una sposa vestita di bianco ma con velo scuro in segno di lutto. «Da un anno siamo quasi del tutto fermi – hanno gridato i manifestanti piemontesi – quello che chiediamo è poter ricominciare a lavorare in sicurezza seguendo linee guida che già abbiamo sottoposto all’attenzione di governo e Regioni. Non riusciamo a capire perché siamo stati del tutto dimenticati anche in questo ultimo contesto normativo che ha riaperto molte attività».
Disperati anche i 17mila lavoratori sardi del comparto, rappresentati dal flash mob di Cagliari. Qui i manifestanti hanno pacificamente sventolato rose bianche e rosse. E con rabbia hanno urlato: «Basta, ora vogliamo lavorare». «Tranne due mesi estivi – ha detto Yvonne Concu, capo delegazione delle associazioni che hanno promosso la mobilitazione – siamo fermi da quattordici mesi. Sono coinvolte circa trenta tipologie di lavoratori».