Non è assolutamente d’accordo con chi dice che l’era delle low cost è finita, guarda più a Ryanair (“sono ancora focalizzati su costi e mercato, anche se noi abbiamo davanti una crescita maggiore”) che a easyJet (che ha cambiato drasticamente business model) come benchmark della concorrenza senza fronzoli e considera l’Italia un mercato strategico, non solo per il traffico ma anche come base per attività infrastrutturali che porteranno anche al raddoppio dell’occupazione.
A parlare è József Varadi, ceo di Wizz Air, che mette anche subito in chiaro la posizione della compagnia in merito all’affaire Ita Airways-Lufthansa.
«Non siamo interessati nell’offerta attuale perché semplicemente fa restare il mercato in una situazione di monopolio – spiega – Pensiamo che la Commissione europea e le autorità italiane dovrebbero spingere Lufthansa e Ita a liberare più slot per le altre compagnie a Linate. Gli 11 slot che stanno rendendo disponibili ora non sono nulla. Reputiamo che se si vuole rompere il monopolio occorra portare la loro presenza combinata sotto il 40%. Ma naturalmente guarderemo all’aspetto legale del procedimento che al momento non reputiamo corretto. Vediamo cosa succede e prenderemo posizione di conseguenza. Non è corretto per la competizione e neanche per il consumatore».
Sono diverse le questioni sul tavolo della compagnia attualmente. «Al momento sullo short term nell’anno siamo focalizzati nel risolvere la questione dei motori, non siamo nelle condizioni di programmare espansione, dunque ci focalizziamo sul mantenimento al meglio della capacità attuale – prosegue – Ma naturalmente stiamo guardando alla crescita per il futuro. Siamo i leader di mercato nell’Europa centrale e orientale e rimarrà un’area di investimento importante, il Pil sta crescendo e crea maggiore propensione al viaggio per i prossimi 10-20 anni»
Per quanto riguarda l’Europa occidentale, l’Italia si conferma strategica e sta rispondendo molto bene. «Sono 24 gli aeromobili basati nel Paese e nei prossimi cinque anni raddoppieranno a 50 – dice Varadi – Anche Abu Dhabi sta andando bene e necessita di maggior capacità. Non solo, siamo in colloqui con altri Paesi per replicare questo modello. E non escludiamo di aprire nuove basi e rotte in Europa una volta che avremo chiuso la questione dei motori che si dovrebbe risolvere verso la fine del 2025 in tutti i processi. Abbiamo nuova capacità in arrivo, l’anno scorso abbiamo chiuso a 63 milioni di passeggeri, quest’anno prevediamo di arrivare verso i 70 ma puntiamo di arrivare a 170 milioni nel 2030 dunque abbiamo bisogno di un’importante espansione del network».
Uno step importante sarà l’arrivo degli aeromobili Xlr di Airbus, che aumenterà a otto ore il range dei voli e aprirà dunque nuove possibilità. Potrebbe essere utilizzato anche su Malpensa, l’Italia promette di essere un mercato eccellente per questo tipo di aeromobile che può raggiungere il Golfo e addirittura l’India occidentale, l’Asia centrale e alcune aree dell’Africa”. I primi arrivi sono attesi per febbraio dell’anno prossimo, saranno in totale 47 tra il 2025 e il 2028. I primi voli Xlr sono attesi per marzo.
L’Italia è cruciale non solo sul fronte del traffico ma anche come “base” in cui sviluppare infrastrutture. «Oltre a investire ulteriormente nel training centre di Fiumicino, puntiamo a stabilire anche un maintenance centre in Italia».
E aggiunge: «Se guardiamo al valore degli aeromobili che metteremo sul mercato nei prossimi anni possiamo dire che investiremo fino a 5 miliardi di euro in Italia, contando 100 milioni a velivolo. A questo si aggiungono i 38 milioni di investimento nel training centre e stiamo guardando anche appunto alla creazione del manteinance centre portando dunque il totale a 100 milioni. Prevediamo anche il raddoppio del personale impiegato in Italia tra personale di cabina e e centri infrastrutturali»
Sul fronte dei prezzi, i costi dell’industria sono cresciuti a causa del fuel e dei costi del lavoro e delle infrastrutture. «E naturalmente di conseguenza devono salire i prezzi, ma noi stiamo intervenendo su due fronti, in nuovi velivoli più efficienti e più grandi mediamente per abbassare il costo unitario. In questo modo le nostre tariffe sono cresciute ma sotto il 10% grazie a queste azioni che hanno mitigato i rincari. L’asso nella manica è aver giocato le proprie carte nell’assicurarsi la priorità nella consegna di nuovi velivoli. Ci sono 330 aeromobili in ordine nei prossimi sei anni dunque siamo in ottima posizione per una crescita organica”.
E il manager lancia anche la sfida a Ryanair. «Siamo qui per rimanere e sfidare Ryanair ed essere ancora più low cost di loro. E cresceremo più di loro. Se guardiamo alle nostre proiezioni di crescita nei prossimi sei/sette anni siamo sul 15/20% all’anno, quelle di Ryanair sono a circa il 5%», conclude.