by Commerciale | 2 Agosto 2024 7:00
Quattro luoghi, quattro esperienze uniche che saranno protagoniste alla quindicesima edizione del World Tourism Event, Wte, di scena a Genova dal 12 al 14 settembre 2024. Da Bologna ad Assisi passando per Napoli e giù fino alla Sicilia: quattro destinazioni autentiche legate dal filo rosso del Patrimonio dell’umanità Unesco.
Aperta e accogliente per chi viene da fuori, ma anche attenta a preservare la sua autenticità: negli ultimi anni Bologna ha mosso passi decisivi per affermarsi come destinazione turistica. Dopo essere stata dichiarata Città Creativa della Musica nel 2006, la città felsinea conquista un nuovo traguardo internazionale, entrando a far parte del patrimonio mondiale dell’Unesco con i suoi iconici 62 chilometri di archi, i Portici che abbracciano il centro storico e si estendono fino all’area metropolitana.
Un riconoscimento che celebra l’unicità della città, dove storia e innovazione si intrecciano sotto un cielo di volte. Nati nel Medioevo per esigenze commerciali come prolungamento degli edifici privati, i Portici di Bologna sono diventati nel tempo il simbolo dell’identità bolognese, un salotto a cielo aperto dove pulsa la vita della città. Per quasi mille anni, hanno rappresentato più che semplici passaggi coperti, luoghi di vita, incontro e socialità, dove la comunità si è riunita, ha discusso, fatto affari e semplicemente trascorso il tempo.
Scoprire Assisi attraverso la voce delle sue pietre. Quattordici sculture parlanti saranno posizionate all’esterno dei principali monumenti Unesco, raccontando storia e leggende legate a questi luoghi. Un’esperienza unica per vivere un turismo lento e accessibile a tutti, anche a persone con disabilità. Si completerà in autunno l’innovativo progetto “Assisi, le pietre parlano – Assisi, speaking stones”, ideato dal Comune di Assisi, che sarà presentato in anteprima al Wte 2024 a Genova.
Attraverso un’applicazione gestibile da smartphone ciascuna pietra sarà in grado di raccontare la stratificazione del tempo che l’ha segnata e del vissuto che l’ha attraversata, con contenuti inclusivi destinati ad ipovedenti e sordomuti.
«La pietra lega mura, piazze, chiese e gli edifici storici di una città storica – spiega l’assessore con delega all’Unesco Paolo Mirti – conoscere i gioielli d’arte attraverso la voce delle sue pietre significa vivere un’esperienza unica, intima e segreta. Tutto sarà inclusivo, a cominciare dalla scelta dei luoghi: le sculture saranno all’esterno dei monumenti, in aree facilmente accessibili ad anziani e persone con disabilità motorie, fruibili tutti i giorni 24 ore su 24».
Poi c’è Napoli con la sua città metropolitana, Patrimonio dell’Umanità, dove monumenti e cultura si mescolano la vivacità del suo tessuto civile e sociale. La storia di Napoli ha origini antichissime. Fondata dai Greci con il nome di “Neápolis“, contesa poi tra vari imperi, inclusi quelli romano e bizantino, durante il Medioevo, divenne parte del Regno di Sicilia, dominato dai Normanni, e successivamente capitale del Regno di Napoli. Nel XVI secolo, Napoli fu dominata dalla dinastia spagnola degli Asburgo, che portò ad un periodo di grande splendore artistico e architettonico, caratterizzato da una intensa attività artistica e culturale.
Di questa storia restano molte testimonianze nel centro storico di Napoli, che non a caso è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco nel 1995. A questo si aggiunge la ricchezza enogastronomica del territorio, e in particolare quella dell’arte dei pizzaioli napoletani, inserita nella Whl come patrimonio immateriale nel 2017, a testimoniare la sua importanza culturale e sociale per Napoli, la Campania e l’Italia intera.
Un’isola da scoprire, ricca di storia, cultura e bellezze naturali che lasciano senza fiato. I siti Unesco della Sicilia testimoniano l’importanza culturale, artistica e storica che l’Isola ha avuto nel corso dei secoli: sette i siti siciliani Unesco, a cui si aggiungono quattro beni immateriali. Da Agrigento, città fra le più importanti del mondo mediterraneo dell’antichità, alla Villa del Casale, testimonianza della società romana dell’epoca fino alle Città tardo – barocche della Valle di Noto senza dimenticare Siracusa e la necropoli rupestre di Pantalica. L’ultimo, nel 2015, con la proclamazione a bene Unesco della Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale. Non poteva non essere considerato Patrimonio dell’Umanità il protagonista assoluto della natura siciliana: l’Etna, con i suoi ecosistemi unici, che l’Unesco ha riconosciuto nel 2013, tredici anni dopo delle Isole Eolie, altra testimonianza peculiare dell’attività vulcanica dell’area.
Ai beni materiali si aggiungono quelli immateriali, come la Dieta Mediterranea, la vite ad alberello di Pantelleria, l’Arte dei muretti a secco e, immancabile, l’Opera dei Pupi, che è stata tra i protagonisti della quattordicesima edizione del Wte di Torino, lo scorso anno.
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