by Redazione | 16 Aprile 2021 8:42
Il conto da capogiro presentato, fino ad oggi, dalla pandemia al turismo italiano è di 120,6 miliardi di euro letteralmente cancellati dall’economia del Paese. La notizia che nessuno avrebbe mai voluto sentire proviene dal Rapporto Annuale del Wttc, World Travel & Tourism Council che rivela come nel 2020 il settore dei viaggi e del turismo abbia mostrato un crollo nell’impatto del settore sul Pil precipitato del 51%.
Dopo tre anni consecutivi in cui la crescita del settore viaggi e turismo aveva superato quella dell’economia complessiva, il contributo del settore viaggi e turismo al Pil nazionale è sceso dai 236 miliardi di euro (13,1%) del 2019 ai 116 miliardi di euro (7%) del 2020. In termini di incidenza sul Pil si tratta di uno dei più cospicui danni a livello europeo, superiori anche a quelli della Francia che ha perso 106 miliardi nel Pil nazionale.
L’anno delle dannose restrizioni ai viaggi con una brusca battuta d’arresto per gran parte dei viaggi internazionali, ha comportato la perdita di 337mila posti di lavoro nel settore viaggi e turismo in tutto il Paese. Wttc ritiene che il quadro reale sarebbe potuto essere significativamente peggiore, se non fosse stato per i programmi di mantenimento del lavoro del governo, che hanno offerto un’ancora di salvezza a migliaia di aziende e lavoratori. Tuttavia, questo non è certo sufficiente ad attenuare la reale portata delle perdite e il devastante impatto sociale che potrebbero portare da qui ai prossimi mesi.Queste perdite di posti di lavoro sono state avvertite nell’intero ecosistema di viaggi e turismo italiano, colpendo soprattutto le pmi, che in Italia costituiscono l’80% di tutte le imprese del settore.
Inoltre, l’impatto su donne, giovani e minoranze è stato davvero significativo: in Italia – sempre secondo il report del Wttc – il numero di occupati nel settore italiano dei viaggi e del turismo è sceso da 3,5 milioni nel 2019 a quasi 3,2 milioni nel 2020, con un calo del 9,6%. Tuttavia, grazie al programma di mantenimento del lavoro del governo, con la cassa integrazione, questa cifra risulta significativamente inferiore al calo medio globale del 18,5% registrato nello stesso settore di altri Paesi del mondo. Il Wttc rivela inoltre che la spesa dei visitatori interni è diminuita del 49,6%, mentre la spesa internazionale è andata ovviamente peggio – a causa di restrizioni di viaggio più rigorose – con un calo del 62%, tuttavia inferiore al calo medio globale di quasi il 70% del traffico internazionale di altre destinazioni del mondo.
Per Gloria Guevara, presidente e ceo del Wttc: «la perdita di oltre 335mila posti di lavoro nel settore viaggi e turismo in Italia ha avuto un impatto socio-economico monumentale, lasciando un enorme numero di persone a temere per il proprio futuro. Tuttavia, il regime di cassa integrazione ordinaria adottato dal governo italiano che ha sostenuto fino all’80% dei compensi dei lavoratori turistici, ha in parte salvaguardato i posti di lavoro. Ora in qualità di presidente del G20 in carica, l’Italia è in una posizione unica per guidare la ripresa internazionale di viaggi e turismo, salvare milioni di posti di lavoro e proteggere i mezzi di sussistenza di coloro che dipendono da un settore fiorente».
Il Wttc ritiene infatti che se le restrizioni ai viaggi, soprattutto dai paesi al di fuori dell’Ue, saranno allentate prima dell’intensa stagione estiva, insieme a una chiara tabella di marcia per una maggiore mobilità, i 337mila posti di lavoro persi in Italia potrebbero essere rigenerati nei prossimi due anni.
«La nostra ricerca – ha osservato Guevara – mostra che se la mobilità e i viaggi internazionali riprenderanno entro giugno di quest’anno, il contributo del settore al Pil globale potrebbe aumentare notevolmente nel 2021, del 48,5% su base annua. La chiave per sbloccare viaggi internazionali sicuri può essere raggiunta attraverso un quadro chiaro e basato sulla scienza che includa test rapidi prima della partenza, nonché protocolli sanitari e igienici migliorati, incluso l’uso obbligatorio della maschera».
Dal canto suo il Wttc supporta anche l’introduzione di un pass sanitario come il Certificato Verde Digitale[1] della Commissione europea, che consentirebbe ulteriormente la mobilità nella regione e nelle destinazioni internazionali sicure.
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