by Giampiero Moncada | 20 Giugno 2022 10:24
Si è tanto sentito parlare di resilienza ed ecco che il Wttc pubblica una guida pratica per capire, non solo cosa vuol dire questa parola, ma come si può mettere in pratica nel settore turistico. Cosa possono fare, quindi, una struttura ricettiva, una società di trasporti e chi, compresi gli enti pubblici, fornisce servizi a turisti e viaggiatori di qualunque categoria, per ottenere vantaggi e minimizzare le ricadute negative.
Dopo aver premesso in apertura del summit di Porto Rico[1], intitolato proprio a “Sostenibilità e investimenti”, che privati ed enti pubblici devono assolutamente impegnarsi in questa direzione, il World Travel & Tourism Council ha pubblicato un rapporto sulla resilienza delle destinazioni turistiche.
Si tratta di una guida pratica con le indicazioni di quello che concretamente possono fare aziende e istituzioni per raggiungere un obiettivo comune: incentivare il turismo in modo che i vantaggi ricadano sul territorio e su chi lo abita.
La ricerca, realizzata da Ifc, società di consulenza nata più di 50 anni fa a Washington, riporta una serie di case study: esempi di località che hanno già sperimentato pratiche virtuose, come i paradisi naturali di Bahamas, Filippine e Porto Rico stessa, ma anche l’avveniristica Las Vegas o la tecnologica California.
Alla base di tutte le esperienze, il concetto stesso di resilienza che il report chiarisce fin dalle prime pagine con un modo di dire internazionale: “Ciò che non ti uccide, ti rende più forte”. E un’attività come il turismo, a forte impatto sugli equilibri ambientali e sociali di qualunque contesto, può essere affrontata in modo che questo impatto non sia fatale.
Schematizzando, il report individua cinque elementi sui quali devono basarsi la resilienza e la sostenibilità di lungo termine: l’ambiente, le infrastrutture, l’energia, l’economia e la resilienza sociale. Quattro, invece, le fasi dell’analisi sulle conseguenze di un intervento sul territorio: valutare il rischio, prepararsi all’impatto, reagire all’impatto e, in ultimo, elaborare strategie a lungo termine.
Il caso di Porto Rico è indicativo, secondo gli autori del rapporto, perché è riuscita a ricavare dei vantaggi valorizzando le piccole attività, identificando i rischi e implementando le iniziative che potevano affrontare e gestire i rischi potenziali.
«Il Covid ha avuto un impatto devastante», ha ricordato il presidente del Wttc, Julia Simpson: «Ha decimato il nostro settore in tutto il mondo. Ma questa non è stata certo la prima crisi a gettare nel caos le destinazioni turistiche e i loro abitanti. Questo report fa capire come prepararsi al meglio per affrontare i rischi futuri».
La pandemia ci ha insegnato che non si può essere mai pronti. Le destinazioni turistiche hanno imparato che solo grazie all’esperienza, propria e degli altri Paesi, si può ricostruire dopo un evento avverso.
Le analisi del Wttc hanno già rivelato che il settore viaggi e turismo è in ripresa[2] fin dallo scorso anno e che nel 2021 ha registrato una crescita del 6,7% nell’occupazione, recuperando più di 18 milioni di posti di lavoro.
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