Wttc, il diktat di Riyadh: “Turismo a impatto zero”
(RIYADH) “Il viaggio per un futuro migliore”. È questo il titolo del 22° Global Summit del Wttc, World Travel and Tourism Council, che si è aperto questa mattina a Riyadh e che vede quasi 3mila partecipanti, tutti professionisti, esperti o politici impegnati nel mondo del turismo, provenienti da tutto il mondo. Un meeting planetario che persegue un obiettivo ambizioso: far crescere il turismo mondiale riducendo l’impatto sull’ambiente.
Il ceo dell’organizzazione, Julia Simpsons, nel suo discorso di apertura dei lavori ha ricordato che nel 2019 un quinto delle emissioni che provocano l’effetto serra provenivano dall’elettricità mentre il 38% erano causate dai trasporti. «Dopo tutto – ha sottolineato Simpson – il nostro business si basa sul viaggio. I progetti per passare all’elettrico e all’idrogeno arriveranno in un prossimo futuro, ma se noi vogliamo raggiungere gli obiettivi stabiliti dagli accordi di Parigi, è assolutamente essenziale che si passi progressivamente all’utilizzo di carburanti sostenibili per il trasporto aereo. E i governi devono attuare politiche di incentivazione per questo tipo di produzione. Parliamo di un modello che già esiste: i governi già incentivano i veicoli elettrici. E anche la tecnologia Saf (Sustainable aviation fuel) esiste già, ma i governi devono considerarla una priorità».
Ad ascoltare le richieste di Simpson, in effetti, un bel po’ di politici ci sono. A parte la folta rappresentanza del governo saudita, con in testa il ministro del Turismo, Ahmed Aqeel Al Khateeb a fare gli onori di casa, sono presenti i ministri del turismo, o i loro vice, di Austria, Bahamas, Barbados, Costa Rica, Grecia, Guatemala, Indonesia, Giamaica, Giordania, Portogallo, Seychelles, Spagna, Filippine, Emirati arabi, Giappone, Stati Uniti; oltre alla ex primo ministro britannico, Theresa May.
In primo piano, ovviamente, la sfida che sta affrontando proprio l’Arabia Saudita e che il chairman del Wttc, Donald Arnold, ha sintetizzato con alcune cifre nel suo discorso di benvenuto. «Oggi ci ritroviamo qui a Riyadh – ha detto – una città che conta 7,5 milioni di abitanti. Una cifra che arriverà, secondo le previsioni, a 10,5 milioni entro il 2030. Data entro la quale si dovrà realizzare il progetto di sviluppo che, nelle ambizioni dei sauditi, dovrà portare il Paese tra le prime cinque destinazioni turistiche del mondo. Il che significa che ogni anno arriveranno 100 milioni di viaggiatori stranieri e questo settore rappresenterà il 10% del Pil».
Proprio in occasione di questo evento, è stata annunciata la costruzione di un secondo aeroporto a Riyadh nel quale potranno transitare fino a 120 milioni di passeggeri all’anno.«Il nostro ultimo rapporto sull’impatto economico del turismo, cinque mesi fa – ha aggiunto Arnold – mostrava una crescita del settore turistico nel Regno saudita, sei volte più veloce dell’economia globale, che è dell’1,8%. E già per l’anno prossimo potrà arrivare al 17,1% del totale».
Risultati così ambiziosi possono essere frutto non solo di un impegno significativo delle autorità ma anche, e soprattutto, di un investimento economico molto rilevante. I soci del Wttc, hanno dichiarato che sull’Arabia saudita stanno investiranno, già da ora, 10,5 miliardi di dollari. Ma gli investimenti totali previsti sul Paese ammontano a ben 800 miliardi di dollari. «Il più grande che si sia mai registrato nella storia del turismo e dei viaggi», ha commentato Simpson.