Wttc, le zavorre del travel: visti, Saf e personale
Ritardi sui visti, transizione tecnologica e carenza di personale. Sono questi i tre grandi nodi del travel mondiale che, seppur sia in pienissima ripresa, sconta ancora la mancanza di una maggior cooperazione pubblico-privato per semplificare l’accesso globale ai viaggi.
È questa in sintesi l’analisi del World Travel & Tourism Council (Wttc) che ha riunito ieri a Goa (India) i principali stakeholder del settore dei viaggi e del turismo e i ministri del G20.
L’obiettivo è stato proprio quello di approfondire il dialogo pubblico-privato, appunto, per affrontare le principali sfide e opportunità globali del settore.
Il travel & tourism ad oggi rappresenta il 9,2% del Pil mondiale e sostiene uno di ogni 11 posti di lavoro a livello globale; il settore inoltre sta vivendo una crescita notevole, crescendo fino a due volte più rapidamente rispetto all’economia globale.
Nel dettaglio, quindi, per Julia Simpson, presidente e ceo del Wttc, i costanti ritardi nell’emissione dei visti turistici (vedi Usa, ndr) rappresentano un ostacolo significativo, con eccessivi tempi di attesa che vanno da 200 giorni fino a perfino un anno per alcune destinazioni.
Secondo il Wttc “gli investimenti nei visti elettronici e nella biometria, esemplificati dagli smart gate presenti dell’aeroporto di Dubai, sono un esempio di successo della tecnologia che ottimizza i processi di viaggio”.
L’altro tema cardine è legato alla transizione ecologica e, nello specifico, riguardo il carburante per aviazione sostenibile (Saf) che svolge un ruolo fondamentale nella riduzione delle emissioni di carbonio, con il potenziale di ridurre le emissioni fino all’80% rispetto al carburante per aerei tradizionale. Tuttavia, gli attuali livelli di produzione sono insufficienti e il Wttc ha invitato tutti i paesi del G20 a condurre studi di fattibilità sul Saf,, per facilitare ulteriormente i suo utilizzo e la decarbonizzazione.
Ultimo, ma non men importante è il tema della carenze di personale – derivato dalla pandemia – che continua a rappresentare una sfida. “Gli sforzi di collaborazione tra i governi e il settore privato, insieme a programmi di formazione potenziati e ai sostegni mirati per le donne, i giovani e i posti di lavoro di alto livello saranno cruciali per affrontare questo problema”, rimarca l’associazione mondiale.
Simpson ha anche sottolineato l’innovativa ricerca condotta dal Wttc in collaborazione con il Sustainable Global Tourism Center, con sede in Arabia Saudita.
La ricerca ha messo in risalto il potenziale giovanile: il settore ha registrato una crescita del 27,6% nell’occupazione giovanile tra il 2010 e il 2019. Nonostante sia sceso nel 2020 quasi allo stesso livello di un decennio prima del 2010, l’occupazione giovanile nel settore ora sembra rimbalzare rapidamente.
«È dimostrato che quando i governi e il settore privato lavorano insieme l’economia del turismo è più forte, vengono creati posti di lavoro e le persone possono godere e aprirsi ad altre culture – ha sottolineato Julia Simpson, presidente e ceo del Wttc – Insieme, le imprese e i governi possono costruire un settore migliore, più forte e resiliente. I governi hanno anche potuto verificare di prima mano il valore di aver semplificato i processi di rilascio dei visti, i confini digitali e una forte attenzione alla sostenibilità. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro per raggiungere questo obiettivo».